Grandi Dimissioni: anche gli sviluppatori italiani vogliono cambiare lavoro

Grandi Dimissioni: anche gli sviluppatori italiani vogliono cambiare lavoro

Secondo i dati del Ministero del Lavoro nel 2021 sono più di 2 milioni le dimissioni dal lavoro presentate in Italia da lavoratori dipendenti con contratti a tempo determinato e indeterminato. E un settore che non esula dal fenomeno delle Grandi Dimissioni è quello della tecnologia. A confermarlo sono i professionisti di un ecosistema simbolo del mondo tecnologico: gli sviluppatori di software. Tre developer su 4 sarebbero infatti intenzionati a cambiare il proprio posto di lavoro se dovessero emergere nuove opportunità. Il 31,7% dei developer con un regolare contratto di lavoro sarebbe alla ricerca attiva di un posto più in linea con le proprie aspettative, mentre il 42,7% si dice aperto a ogni opportunità che possa portare un miglioramento alla propria vita professionale. 

Un fenomeno che interessa soprattutto i developer GenZ

Da quanto emerge dalla ricerca The State of Software Development in Italy condotta da BitBoss, il 60,9% degli sviluppatori dipendenti della GenerazioneZ dichiara di essere intenzionato a rivedere la propria attuale vita professionale, reinventandosi come freelance, imprenditore o semplicemente cambiando azienda. Solo il 6,5% non ha intenzione di spostarsi dall’attuale luogo di lavoro nel prossimo futuro.
“I dati che abbiamo raccolto non mostrano insoddisfazione da parte degli sviluppatori riguardo al proprio posto di lavoro – afferma Davide Leoncino, co-founder e responsabile marketing di BitBoss -. Al contrario, quasi 8 sviluppatori su 10 si dicono sostanzialmente soddisfatti della propria situazione professionale, tuttavia esiste una forte inclinazione a cercare sempre nuove opportunità”.

Le ragioni che spingono a dare una svolta alla carriera

Quali sono le condizioni che potrebbero spingere gli sviluppatori a dare una svolta alla propria carriera? Il 76,7% degli sviluppatori dipendenti sarebbe disposto a cambiare posto di lavoro se venisse offerto uno stipendio più alto, mentre per il 45% un avanzamento di carriera rappresenterebbe un fattore fondamentale nella scelta. Il 78,4% degli sviluppatori inoltre afferma di valutare molto più positivamente l’offerta di un nuovo lavoro nel caso in cui l’azienda offra la possibilità di lavorare da remoto, anche in forma ibrida. Assumerebbe un ruolo importante anche la qualità del team di lavoro. Per 4 sviluppatori su 10 lavorare con un team non adeguato basterebbe per cercare nuove opportunità lavorative.

Flessibilità e libertà, ma anche formazione e innovazione

Quanto al mondo degli sviluppatori freelance, il 79,6% non è disposto a sacrificare la propria libertà in favore di un contratto di lavoro in azienda a tempo indeterminato. La flessibilità di luogo e orario di lavoro è un valore fondamentale per il 76,7% dei developer freelance, mentre la libertà di poter scegliere in autonomia i propri clienti e progetti è imprescindibile per 1 sviluppatore su 2. Inoltre, la capacità di rimanere al passo con le nuove tecnologie e innovazioni è un tema fondamentale per poter analizzare la predisposizione dei professionisti del codice a cambiare la propria vita professionale. Tanto che il 95,9% degli sviluppatori ritiene di avere tutte le competenze necessarie per riadattarsi e riuscire a trovare una nuova occupazione in breve tempo, anche mettendo in conto un periodo di formazione o aggiornamento.

Le cinque tendenze della Mobilità condivisa nel 2023

Le cinque tendenze della Mobilità condivisa nel 2023

Quali sono i trend che muoveranno il settore della mobilità condivisa nel 2023? Se raggiungimento degli obiettivi climatici, inversione di tendenza del traffico e città senza auto sono solo alcuni esempi delle sfide che richiedono soluzioni di mobilità innovative, gli esperti di mobilità condivisa di Invers hanno individuato cinque tendenze per il 2023. Anno in cui “Ci aspettiamo che il mercato del car sharing cresca di almeno il 20%”, afferma Bharath Devanathan, Chief Business Officer di Invers.
Ma i piani di espansione del settore sono evidenti anche nei recenti sviluppi del mercato, come l’acquisizione di WeShare da parte di Miles e di ShareNow da parte di Stellantis/Free2Move.

Obiettivo: aumentare la redditività

Allo stesso tempo, aumenterà la pressione sugli operatori affinché diventino redditizi. Nel mercato della micromobilità condivisa si prevede che gli operatori si ritirino ulteriormente dalle città meno redditizie per concentrarsi sui mercati più redditizi. Per aumentare la redditività, alcuni operatori di car sharing stanno esternalizzando compiti operativi su larga scala a fornitori di servizi specializzati, altri si stanno concentrando sull’aumento dell’utilizzo dei veicoli, offrendo un veicolo su piattaforme MaaS o in modelli di business complementari (carsharing aziendale durante la settimana e carsharing peer-to-peer nel fine settimana). Nuovi concetti di condivisione della flotta e API unificate supporteranno questo approccio.

Abbonarsi all’auto per essere ancora più sostenibili

Continua la tendenza, sebbene ancora giovane, ad abbonarsi all’auto. I fornitori tradizionali di car sharing stanno andando oltre il noleggio a breve termine e si rivolgono al mercato a lungo termine. Inoltre, si rivolgono a nuovi segmenti di clientela e contrastano i rischi monitorando i dati di utilizzo dei veicoli e interrompendo l’accesso se necessario. Se il car sharing è già più sostenibile dell’utilizzo di veicoli privati, i servizi di car sharing di numerosi operatori saranno sempre più elettrici. Nella città di Amburgo, ad esempio, le società di car sharing Miles, ShareNow, Sixt e WeShare hanno concordato di aumentare la percentuale di veicoli elettrici delle flotte ad almeno l’80% entro il 2023/24.

Il car sharing entra nell’edilizia residenziale

L’idea della mobilità condivisa sta acquisendo importanza anche nell’edilizia residenziale, con numerosi costruttori che stanno integrando soluzioni di mobilità condivisa nelle offerte. Il vantaggio? Invece di un certo numero di posti auto per unità residenziale, possono fornire spazio solo per un numero minore di veicoli in condivisione. Questa tendenza è particolarmente evidente nei Paesi Bassi, in Germania e in Italia. Inoltre, singole città e comuni stanno promuovendo i concetti di condivisione attraverso politiche più favorevoli al car sharing, soprattutto per quanto riguarda le tariffe dei parcheggi. In molti casi si collegano tali politiche alla promozione della mobilità elettrica. Colonia, Amburgo e Monaco offrono già parcheggi gratuiti per i veicoli elettrici, accelerando la tendenza verso flotte di veicoli elettrici puri.

Come gestire la sicurezza della seconda casa quando non ci abita nessuno

In generale, per “seconda casa” si intende una proprietà immobiliare che viene utilizzata come una residenza secondaria o come una casa vacanza. Non è la stessa cosa della casa principale in cui si vive tutto l’anno e dove si ha la residenza anagrafica.

La seconda casa può essere dunque utilizzata per trascorrere brevi periodi di tempo, ad esempio durante le vacanze o nel fine settimana, o può essere affittata a terzi durante l’anno. In alcuni casi, la seconda casa può essere anche una proprietà di investimento, acquistata con l’intento di generare reddito attraverso l’affitto breve.

Dando dunque per scontato che nella seconda casa non si vive tutto l’anno, è fondamentale gestire la sua sicurezza soprattutto nei mesi invernali quando non c’è nessuno nemmeno nei paraggi. Infatti, una casa vuota è spesso un bersaglio facile per i ladri e gli intrusi, meglio ancora se anche le abitazioni confinanti non sono abitate.

Pertanto, è importante prendere alcune precauzioni per proteggere la propria casa e sapere di poter dormire sonni tranquilli.

Vediamo allora di seguito quali potrebbero essere alcuni accorgimenti adeguati per mantenere alto il livello di sicurezza.

Sistemi di allarme e videosorveglianza

Uno dei modi più efficaci per proteggere la seconda casa è installare un sistema di allarme e videosorveglianza.

Un sistema di allarme può essere attivato o disattivato anche a distanza (tramite un’apposita App) a seconda delle proprio esigenze, e invierà una notifica in caso di effrazione o di altri problemi. La videosorveglianza, d’altra parte, permette di monitorare la casa in tempo reale e di avere una registrazione delle attività sospette, un ottimo deterrente per qualsiasi malintenzionato.

Serrature e chiavi

È importante anche fare attenzione alle serrature e alle chiavi della seconda casa. Bisogna per questo assicurarsi che le serrature siano di tipo moderno e antieffrazione, oltre ad essere in buone condizioni. Chiaramente le che chiavi vanno custodite in modo sicuro e non devono per nessun motivo essere lasciate sotto il tappeto, sopra lo stipite della porta o comunque nei pressi.

Inoltre, in caso di perdita delle chiavi, è consigliabile sostituire il prima possibile il cilindro per evitare che qualcun altro possa entrare in casa.

Inferriate apribili per la porta principale

Le inferriate apribili per la porta principale sono un altro modo efficace per proteggere la seconda casa. Queste inferriate sono realizzate in acciaio e sono progettate per resistere alle effrazioni. Inoltre, possono essere aperte e chiuse facilmente dall’interno, rendendole comode da utilizzare.

In inverno possono dunque essere lasciate chiuse, mentre in Estate, quando soggiorniamo all’interno dell’abitazione, è possibile lasciare la porta di casa aperta la notte per lasciar entrare la frescura, avendo cura di chiudere le inferriate.

Grate di sicurezza per le finestre

Le grate di sicurezza per le finestre sono un’altra opzione da considerare per proteggere la seconda casa. Anche queste sono realizzate in acciaio e sono progettate per resistere ai tentativi di effrazione. Sono facili da installare e consentono di lasciare aperta la finestra senza temere che qualcuno posso tentare di accedere dall’esterno.

Informare un vicino di fiducia o un amico

Certamente, è importante informare un vicino di fiducia o un amico delle proprie assenze dalla seconda casa.

Soprattutto se abbiamo dei vicini che abitano in zona tutto l’anno, chiedere loro una mano può aiutare a prevenire problemi di furti, dato che i nostri vicini potranno dare un’occhiata alla casa di tanto in tanto e segnalare eventuali problemi o attività sospette.

Controllare regolarmente la casa

Infine, è importante controllare regolarmente la seconda casa anche quando non ci troviamo lì, anche sfruttando la tecnologia di settore.

Un’idea può essere quella di sfruttare la videosorveglianza, o in alternativa chiedere ad un vicino di passare di tanto in tanto per fare un controllo visivo. In questo modo, sarà possibile ridurre notevolmente le probabilità che un malintenzionato scelga proprio la nostra abitazione per commettere un furto.

I trend futuri per le categorie del largo consumo

I trend futuri per le categorie del largo consumo

Nonostante l’inflazione, i dati del Retail Measurement di NielsenIQ indicano che gli shopper sono ancora disposti a pagare un prezzo elevato per determinate categorie di prodotti. Ma una delle tendenze future evidenziate da NielsenIQ per i beni di largo consumo è l’aumento dei consumi domestici a scapito delle spese fuori casa. Per mitigare l’impatto dell’aumento delle bollette e della spesa alimentare i consumatori infatti spendono meno per intrattenimento e pasti fuori casa. Secondo NielsenIQ le vendite della categoria dei beni di largo consumo riflettono questo trend. Pertanto, nel secondo trimestre del 2022 le vendite di farina, pasta, riso o cibo in scatola sono aumentate del 5,9% a livello globale. 

Impennata dei prodotti per animali domestici

Crescono anche le vendite di prodotti legati alle attività di consumo di contenuti online e giochi: snack e bevande sono tra le categorie in maggiore crescita a livello globale. Nel secondo trimestre 2022 la vendita delle bevande è infatti cresciuta del 5,4% a livello mondiale. Continua poi l’impennata delle vendite di prodotti per gli animali domestici, la categoria a più rapida crescita a livello globale: nel secondo trimestre 2022 le vendite sono cresciute del 9,8% rispetto al 2021. Un’impennata che manda un segnale chiaro a manufacturer e retailer: i proprietari sono disposti a spendere per i loro pet.

Non solo convenienza

Oltre all’attenzione alla convenienza c’è anche quella per la salute: le opzioni alimentari sane e nutrienti sono tra le principali preferenze dei consumatori. Un report su salute e benessere di NielsenIQ evidenzia che il 70% dei consumatori globali è disposto a pagare un prezzo maggiore per prodotti privi di OGM, biologici o naturali.
In Europa le alternative salutari come i prodotti bio/organici o vegani sono un trend in rapida crescita. Più della metà dei consumatori europei (55%) è disposta a pagare un prezzo elevato per i prodotti biologici/bio, e in mercati specifici come l’Italia questo trend è ancora più marcato (70%).
In molte categorie, poi, la crescita a valore delle varianti biologiche supera la performance del segmento non biologico.  Sebbene in Europa occidentale il 3%-5% segua diete completamente vegane o vegetariane, in media circa 3 famiglie europee su 10 hanno ridotto il consumo di carne per motivi di salute. E in un numero sempre maggiore di categorie, i consumatori scelgono opzioni vegetali, come snack surgelati, caramelle e gelati.

Alternative salutari a prezzi accessibili

Come dimostrano i numeri delle vendite, gli shopper sono disposti a spendere per categorie e attributi di prodotto che rispondano a esigenze fondamentali, come la salute e il benessere. I manufacturer e retailer devono considerare che la cautela nei confronti dei prezzi è un ostacolo all’acquisto. Per mantenere i consumatori fedeli ai brand è quindi fondamentale offrire opzioni più economiche, ad esempio, offrendo alternative salutari a prezzi accessibili. Alla luce dei trend di vendita e dei cambiamenti di comportamento dei consumatori, il modo per avere successo è quindi quello di diversificare i portafogli.

Black Friday: lieve calo per il mercato della Tecnologia di consumo 

Black Friday: lieve calo per il mercato della Tecnologia di consumo 

Dopo la forte crescita nel 2021 negli ultimi mesi il settore della Tecnologia di consumo ha iniziato a mostrare trend negativi. Nella settimana del Black Friday 2022 il mercato italiano della Tecnologia di consumo ha registrato vendite per un controvalore pari a 492 milioni di euro, ma rispetto allo scorso anno l’andamento è leggermente negativo, anche se in ripresa rispetto alle settimane precedenti. Le ragioni sono ascrivibili all’effetto saturazione di alcuni settori, risultati in forte crescita nei due anni precedenti, come l’IT e l’Office, ma anche alle difficoltà del contesto economico legate all’inflazione, l’incremento dei costi dell’energia e le crescenti incertezze dei consumatori.

Un trend negativo, ma meno marcato rispetto alle attese

La settimana del Black Friday (dal 21 al 27 novembre 2022) ha fatto quindi registrare un dato in calo, ma meno marcato rispetto alle attese. Le rilevazioni effettuate da GfK sul Panel Weekly per le categorie più importanti del mercato della Tecnologia di consumo, tra cui TV, PC, Smartphone, Tablet, Frigoriferi, Lavatrici, Aspirapolvere, e Stampanti mostrano infatti un calo del -1,3%. 
Rispetto al fatturato della settimana media riferita all’ultimo anno si registra però un incremento del +125%. E confrontando il dato 2022 con il Black Friday 2019 il valore del mercato è aumentato del +2%, evidenziando una buona performance rispetto al periodo pre-pandemico.

Crescono gli Smartphone, in diminuzione PC Portatili e TV 

Per la settimana del Black Friday le vendite tramite internet contribuiscono al 37% del fatturato totale. Cresce infatti soprattutto il canale online (+9%), mentre rallentano i punti vendita tradizionali (-7%). 
I comparti che hanno ottenuto la migliore performance sono stati l’Home Comfort (+14%), Piccolo Elettrodomestico (+12%), Informatica e Office (+4%) e Telefonia (+4%).
Quanto alle tre categorie più importanti in termini di fatturato, crescono gli Smartphone (+4%), mentre PC Portatili (-4%) e TV (-17%) risultano in calo rispetto allo scorso anno. Escludendo queste due ultime categorie dal perimetro dei prodotti il mercato segnerebbe un dato positivo.

Buone performance per Mediatablets, Condizionatori e Forni a Microonde

Rispetto al Black Friday 2021 i prodotti che hanno registrato le crescite più rilevanti sono stati i Mediatablets (+44%). Molto positivi anche i Condizionatori (+34%) e i Forni a Microonde (+26%), le cui vendite sono legate al risparmio sul consumo di gas domestico. Inoltre, rispetto agli ultimi anni è tornato a crescere l’impatto delle attività promozionali nella settimana del Black Friday, arrivando al 41% dei volumi venduti, con un taglio prezzo di almeno il 15%.

Inquinamento da plastica, i cittadini del mondo chiedono regole globali 

Inquinamento da plastica, i cittadini del mondo chiedono regole globali 

Basta plastica, o almeno che sia possibile un utilizzo consapevole e rispettoso dell’ambiente. I cittadini del mondo si dicono favorevoli a iniziative univoche e condivise da tutti i Governi per contrastare questo fenomeno tanto pericoloso per il nostro pianeta. In particolare, e il dato ci fa onore, gli italiani sono fra i popoli che più si dichiarano d’accordo con la creazione di un accordo globale, valido per tutti, capace di contrastare l’inquinamento a favore di un mondo plastic free. A questo proposito Ipsos, in collaborazione con il WWF e Plastic Free Foundation, ha indagato gli atteggiamenti e le opinioni dei cittadini in merito all’intenzione, da parte dei Governi di tutto il mondo, di sviluppare un accordo globale entro la fine del 2024 per porre fine all’inquinamento da plastica. L’indagine nasce dall’impegno dell’Assemblea ambientale delle Nazioni Unite (Unea) a stipulare un trattato vincolante a livello internazionale per combattere l’inquinamento da plastica entro il 2024.

Italiani tra i più sensibili ai temi ambientali

La ricerca è stata condotta in 34 paesi del mondo. Le risposte sono generalmente univoche, dato che il 70% dei cittadini delle nazioni coinvolte nel sondaggio si esprime a favore della creazione di regole globali per i Governi, con l’obiettivo di fermare l’inquinamento da plastica. Si registra un sostegno molto più alto in Perù e Indonesia (entrambi 81%), seguiti da diversi Paesi dell’America Latina e dell’Europa. Ottima la risposta degli italiani, che si posizionano fra i più sensibili ai temi ambientali: il 78% dei nostri connazionali si dichiara favorevole a una simile iniziativa congiunta e condivisa. Al contrario in Giappone (48%) e Stati Uniti (58%) si registrano i livelli più bassi di accordo.

Contrastare l’inquinamento da plastica in 5 mosse

Dai dati emersi dall’indagine di Ipsos si scopre come i consumatori, a livello internazionale, considerino prioritario che il trattato incorpori cinque diverse misure per affrontare l’inquinamento da plastica. E’ particolarmente interessante scoprire quali siano le azioni richieste dagli italiani, che ritengono importante avere regole globali che: richiedano l’etichettatura dei prodotti in plastica in modo che sia chiaro come selezionarli per il riutilizzo, il riciclaggio o lo smaltimento (78%);  vietino tipologie di plastica non facilmente riciclabili (77%); garantiscano che produttori e rivenditori riducano, riutilizzino e riciclino responsabilmente i packaging in plastica (76%); vietino le plastiche monouso non necessarie e richiedano che tutti i nuovi prodotti realizzati in plastica contengano plastica riciclata (entrambe 75%). 

Lusso, nel 2022 crescita prevista +21%

Lusso, nel 2022 crescita prevista +21%

Nonostante le turbolenze economiche, nel 2022 il mercato luxury globale supera con decisione i livelli pre-Covid e cresce del 21% sfiorando quota 1.400 miliardi di euro. Per i beni di lusso personali si stima una crescita del +22% (353 miliardi). Lo scenario si prospetta positivo anche nel 2023, con la marginalità delle imprese del settore prevista in crescita del 6%.
Questi risultati si inquadrano all’interno di un percorso positivo anche nel lungo termine: nel 2030 il valore di mercato dei personal luxury goods dovrebbe salire a circa 540-580 miliardi, con un aumento del 60% o più rispetto al 2022. È quanto emerge dall’Altagamma Consensus 2023 e dall’Altagamma-Bain Worldwide Luxury Market Monitor.

I mercati

Per l’Europa si prevede una crescita del 5%, grazie all’aumento dei viaggi internazionali che compenseranno la più debole domanda interna. Anche per gli Stati Uniti si prevede una crescita del 5%, mentre per America Latina e Giappone del +6%. In Cina, grazie all’effetto rebound, i consumi potrebbero crescere del 9%. La Cina sul lungo periodo resta il più grande mercato del lusso, trainato dalla classe media, dalle nuove generazioni e dallo sviluppo di nuovi poli. Per il Middle East si prevede invece un +7%, con aree come Emirati Arabi e Turchia che non avendo imposto sanzioni si stanno avvantaggiando dei consumi dei russi.

La leadership degli accessori

I consumatori cinesi saranno i best performer nel 2023 (+10%), ma l’effetto rebound dei consumi beneficerà in generale i mercati asiatici (+8%). Meno brillanti i consumi di giapponesi (+5%), e americani (+5%), ed è più cauto lo spending europeo (+4%). Tutte le categorie merceologiche vedranno un aumento delle vendite. Si riconferma la leadership degli accessori, che continuano nel loro trend positivo: +8,5% pelletteria e +7% calzature, mentre abbigliamento (+6%) e cosmesi (+5,5%) confermano il tasso di crescita del 2022. L’hard luxury prosegue il suo trend positivo, in particolare nella gioielleria (+8%), mentre più bassa la crescita degli orologi (+5%). Se per il retail digitale si prevede una crescita del 8% e per i negozi fisici del +7%, il wholesale fisico resta fragile (+3,5%), mentre il wholesale digitale si normalizzerà al +5,5%.

GenY e GenZ sostengono la spesa

L’esito finale di quest’anno dipenderà in gran parte dalla revoca delle restrizioni in Cina legate alla pandemia, dall’evoluzione della fiducia dei consumatori di lusso europei e americani e dalla potenziale recessione nelle economie di Stati Uniti ed Europa. Nonostante le sfide economiche, riporta Askanews, nel 2022 il mercato luxury ha comunque generato una crescita positiva per il 95% dei marchi, con Usa, Europa e Asia (esclusa la Cina) in testa alla crescita. La GenY e la GenZ hanno rappresentato l’intera crescita del mercato nel 2022. Al 2030, la spesa della Gen Z e della Gen Alpha è destinata a crescere circa tre volte più velocemente rispetto alle altre generazioni, fino a costituire un terzo del mercato e in virtù di un’attitudine più precoce di questi consumatori verso il lusso.

Lavoro: i profili IT ricevono almeno 2 offerte a settimana

Lavoro: i profili IT ricevono almeno 2 offerte a settimana

I profili con competenze nell’Information Technology sono sempre più richiesti dalle aziende. Il perimetro dell’occupazione per i profili IT si sta decisamente allargando, e se un professionista IT su tre è già pronto a cambiare lavoro nei prossimi 6 mesi, il 21% riceve almeno due offerte di lavoro a settimana. Secondo lo studio commissionato da Codemotion a InTribe, e presentato durante l’evento HRmeetsDev, tra le motivazioni per cambiare posto di lavoro il 32% dei lavoratori del settore cita la formazione continua (41%), seguita da progetti interessanti (38%), e l’allineamento con la vision aziendale (33%).

L’allineamento tra richiesta e offerta si riduce al crescere della competenza

I più propensi a cambiare lavoro sono i DevOps, le figure professionali che aiutano un’organizzazione a sviluppare in modo più rapido ed efficiente prodotti e servizi software, mentre i Data Scientist sono i lavoratori che ricevono più offerte. Molto meno rilevante, secondo la ricerca, è la Ral, ovvero la retribuzione annua lorda, indicata dal 23% degli IT. Oltre una azienda su 2 offre infatti mediamente meno di 40 mila euro annui, una cifra per la quale solo il 36% è disposto a cambiare lavoro. L’allineamento tra richiesta e offerta, inoltre, si riduce al crescere della competenza degli IT. Dallo studio emerge anche che il 53% dei lavoratori del settore riceve diverse offerte al mese: il 32% fino a 10 e il 21% almeno due a settimana, di cui il 6% almeno una al giorno. I settori più desiderati? Trasporti, gaming, IT e servizi informativi.

Competere sulla Ral non basta

“L’indagine evidenzia come la maggioranza dei professionisti IT sia soddisfatta del proprio lavoro, ma emerge anche una fetta consistente che sta già cercando nuove opportunità o lo farà a breve – ha commentato Chiara Russo, ceo e co-founder di Codemotion -. Per attrarre questi talenti un primo passo è allineare l’offerta economica alle richieste dei candidati, ma competere sulla Ral non basta: è fondamentale sapersi raccontare, costruire un’identità aziendale tech e un ambiente di lavoro che offra a sviluppatori e profili IT ciò che realmente cercano, cioè progetti stimolanti, possibilità di formazione continua e crescita professionale, e valori aziendali in cui riconoscersi”.

Un incontro fra le Risorse Umane e i talenti tech 

HRmeetsDev (HMD) è l’evento che rivoluziona il modo in cui le Risorse Umane si interfacciano con i talenti tech. L’evento promuove infatti l’incontro tra Risorse Umane e professionisti IT. La comunicazione degli HR e delle aziende, riferisce Adnkronos, risulta spesso inefficiente e distante dalle necessità degli sviluppatori. Per questo, in meno di un anno, oltre 600 aziende hanno partecipato a questi eventi e stanno cambiando il loro approccio ad attraction, recruiting e retention delle figure tech.

Compliance e cybersecurity: sono queste le sfide dei top manager?

Compliance e cybersecurity: sono queste le sfide dei top manager?

Sicurezza informatica e compliance oggi sono le sfide principali dei Chief Technology Officer, i top manager che all’interno delle aziende seguono le dinamiche relative allo sviluppo tecnico, informatico e digitale. La maggioranza dei CTO provenienti da Stati Uniti (63%), Brasile (61%) e India (71%) hanno citato infatti la sicurezza informatica come una delle principali sfide che devono affrontare all’interno delle aziende. E i CTO di Usa (64%) e Regno Unito (67%) segnalano anche la compliance, la conformità ai regolamenti e alle norme, e la compatibilità dell’infrastruttura aziendale e dell’esperienza utente. Si tratta di alcuni risultati emersi dalla ricerca presentata da Lenovo e realizzata su scala globale su 500 Chief Technology Officer.

Verso una nuova architettura IT

Lo studio ha indagato le opinioni dei CTO riguardo all’IT tradizionale, e come continuerà a evolversi verso una ‘nuova architettura’. Dispositivi client, l’edge computing, il cloud computing, la rete e l’Intelligenza Artificiale in futuro lavoreranno insieme per affrontare le sfide del digitale, e fornire soluzioni che promuovano un’ulteriore digitalizzazione globale in tutti i settori. 
Dallo studio è emerso anche come il passaggio all’ambiente di lavoro ibrido stia aumentando l’importanza degli elementi dell’architettura IT. I CTO mostrano di avere una prospettiva positiva sull’architettura tecnologica della loro organizzazione, con il 43% che la definisce ‘migliorata’, il 39% la considera ‘facile da usare’, e solo il 6% la definisce ‘carente’.

Ottimismo per il futuro del cloud ibrido

Gli elementi che stanno assumendo importanza crescente nell’ambiente IT aziendale includono dispositivi intelligenti (76%), Smart IoT (70%) e Scenario-Based Solutions (76%).
Guardando al futuro, i CTO hanno notato l’importanza del cloud, del software e dell’informatica come componenti chiave per il futuro di un ambiente di lavoro ibrido, con l’84% che esprime ottimismo per il futuro del cloud ibrido, riporta AGI.
“Questi risultati della ricerca sono incredibilmente preziosi poiché l’industria ICT continua a innovare e costruire nuove capacità tecnologiche per il futuro – ha spiegato Yong Rui, CTO di Lenovo -. Questa ricerca fornisce inoltre informazioni approfondite sulle priorità e sulle aspettative dei CTO globali”.

Innovazione non è solo digitalizzazione e smartificazione

“La tecnologia – ha dichiarato Yuanqing Yang, Presidente e CEO di Lenovo – sta trasformando il nostro futuro spazio di lavoro e spazio abitativo in una combinazione di mondi virtuali e fisici, resi possibili dalla potenza della nuova infrastruttura IT che è diffusa, prevista e on demand”.
Per Yang, “il potere dell’innovazione non è solo la digitalizzazione e la smartificazione di tutti i settori, ma anche la soluzione alle più grandi sfide dell’umanità. A tal fine, Lenovo ha raddoppiato l’investimento in ricerca e sviluppo, affinché la tecnologia intelligente possa contribuire in modo efficace a un mondo in rapida evoluzione”.

Moda: il boom del second hand triplica il mercato

Moda: il boom del second hand triplica il mercato

Il mercato della moda second hand oggi rappresenta dal 3% al 5% del totale del settore abbigliamento, calzature e accessori, e potrebbe crescere fino al 40%. Tanto che si prevede che nel 2023 i capi ‘pre-loved’ costituiranno il 27% degli armadi. In tutto il mondo il valore del mercato dell’usato di moda è compreso tra i 100 e i 120 miliardi di dollari, più del triplo rispetto al 2020. La conferma arriva da una ricerca realizzata da Boston Consulting Group (BCG) e Vestiaire Collective, piattaforma di compravendita di second hand. Il report si basa su due indagini globali condotte nel 2020 su 6.000 consumatori, e su 2.000 consumatori nel 2022, per comprendere meglio il loro approccio al mercato della rivendita.

La Generazione Z è la più propensa ad acquistare e vendere capi usati

Il boom del second hand è reso possibile soprattutto grazie ai consumatori della Generazione Z, i più propensi ad acquistare (31%) e vendere (44%) articoli di seconda mano, seguiti dai Millennial.
“BCG ha analizzato nel dettaglio il mercato globale della rivendita fin dai suoi albori – ha dichiarato Sarah Willersdorf, Responsabile Globale del settore lusso presso BCG e coautrice del rapporto -. È ormai certo che i consumatori hanno abbracciato la seconda mano e stanno cambiando il modo con cui acquistano e vendono i loro vestiti. Per i marchi, entrare in questo mercato costituisce un’enorme opportunità per attrarre clienti nuovi e già esistenti, motivati da sostenibilità, convenienza ed esclusività”.

La sostenibilità traina gli acquisti

La sostenibilità è la forza trainante e sempre più importante per gli acquirenti di articoli di seconda mano. Sebbene l’economicità sia stata citata da oltre la metà degli intervistati dalla ricerca come la motivazione principale per l’acquisto di articoli di seconda mano, questa tendenza risulta in calo. Mentre la varietà del catalogo è stata indicata come il secondo principale fattore che spinge al consumo di articoli di seconda mano.

Un’ampia scelta di pezzi unici

Il 40% degli acquirenti considera infatti l’usato come un modo per consumare moda in modo sostenibile, e altrettanti consumatori scelgono il mercato della seconda mano per l’ampia scelta e i pezzi unici che offre. Anche il ‘brivido della caccia al tesoro’ e l’opportunità di negoziare con i venditori sono fattori sempre più popolari per l’acquisto di abbigliamento di seconda mano, con il 35% degli intervistati che li ha indicati come forze trainanti.