Pronta la pelle elettronica, per “toccarsi” via web

Pronta la pelle elettronica, per “toccarsi” via web

Se pensavate di aver visto tutto, la scienza vi sorprenderà ancora una volta. È stata sviluppata la cosiddetta “pelle elettronica”, un materiale in grado di simulare il tatto umano e di trasmettere le medesime sensazioni di un tocco fisico, ma a distanza, via internet. Sì, avete capito bene. Ora è possibile abbracciarsi – pur lontani anche migliaia di chilometri –  nel mondo virtuale grazie a questa tecnologia.

Battezzata e-skin dagli sviluppatori

La pelle elettronica, chiamata anche “e-skin”, è stata sviluppata da un team di scienziati del National University di Hong Kong e la scoperta è stata pubblicata sulla rivista Science Advances. Questo materiale è in grado di rilevare la pressione, la temperatura e l’umidità, proprio come la nostra pelle. Inoltre, è possibile collegare la pelle elettronica a dispositivi senza fili tramite bluetooth, per trasmettere le sensazioni a distanza. La nuova e-skin, riferisce Ansa, grazie ai suoi 16 attuatori flessibili combinati in un dispositivo grande quanto un cerotto, è in grado di rilevare o riprodurre sensazioni tattili anche contemporaneamente.

Le applicazioni possibili? Quasi infinite

Questa tecnologia potrebbe avere molte applicazioni, dalla medicina alla realtà virtuale. Ad esempio, potrebbe essere utilizzata per creare protesi più realistiche e funzionali, o per migliorare l’esperienza degli utenti di videogiochi e simulatori. Ma la cosa più interessante è che la pelle elettronica potrebbe permettere alle persone di sentirsi vicine anche quando sono lontane. Immaginate di poter abbracciare il vostro partner o il vostro amico a distanza, semplicemente indossando una tuta con la pelle elettronica integrata. Oppure, di poter “toccare” un oggetto virtuale e sentirne la consistenza e la temperatura. Sarebbe come avere un superpotere, o come vivere in un mondo di fantascienza. “Con il rapido sviluppo della realtà virtuale e aumentata, la vista e l’udito non sono sufficienti per ricreare un’esperienza immersiva: la comunicazione tattile potrebbe essere una rivoluzione per interagire nel metaverso”, afferma Yu Xinge, professore associato al Dipartimento di ingegneria biomedica.

Gli ultimi ostacoli da superare

Naturalmente, ci sono ancora molti ostacoli da superare prima che la pelle elettronica diventi una tecnologia diffusa. Ad esempio, bisogna trovare un modo per alimentarla senza doverla collegare a una presa elettrica. Inoltre, bisogna garantire la sicurezza dei dati trasmessi, per evitare che vengano intercettati da terze parti. Tuttavia, commenta Yu Xinge, “La nostra e-skin può comunicare con dispositivi Bluetooth e trasmettere dati tramite Internet con smartphone e computer per eseguire trasmissioni di segnali tattili a distanza ultra lunga. Amici e familiari in luoghi differenti potrebbero usarla per ‘sentirsi’ l’un l’altro. Questa forma di tocco supera i limiti dello spazio e riduce notevolmente il senso di distanza nella comunicazione umana”.

Inflazione e famiglie italiane: quali sono gli effetti reali?  

Inflazione e famiglie italiane: quali sono gli effetti reali?  

L’impennata dei prezzi di beni e servizi ha causato un aumento del costo della vita che sta mettendo a dura prova le finanze delle famiglie italiane. Insomma, l’inflazione c’è ed è percepita forte e chiaro, costringendo una gran parte dei nuclei familiari a rivedere le proprie spese e il proprio stile di vita.

Per il 13% il reddito è insufficiente

Secondo l’Osservatorio “Sguardi Famigliari” di Nomisma, il 13% delle famiglie italiane ritiene il proprio reddito insufficiente a far fronte alle necessità primarie, mentre il 43% delle famiglie valuta la propria condizione reddituale appena sufficiente a far fronte a tali spese. Questa situazione, per certi versi, è paradossale. Il mercato del lavoro, infatti, continua a mostrare dati positivi con un tasso di occupazione ai massimi storici e un livello di disoccupazione molto contenuto rispetto al passato. Si deve proprio a questo fattore la tenuta economica della maggioranza delle famiglie. 

Il costo della vita è la prima preoccupazione per gli italiani

Tuttavia, l’elevato costo della vita rappresenta il principale motivo di percezione dell’inadeguatezza delle risorse economiche a disposizione delle famiglie (per il 78% delle famiglie intervistate), molto più delle difficoltà lavorative (10%). L’impennata dell’inflazione e l’aumento dei prezzi hanno depresso fortemente il potere di acquisto delle famiglie, che hanno dovuto comprimere le spese ritenute “superflue” per far fronte ai rincari energetici. 

Oltre 3 famiglie su 10 faticano a pagare le bollette e altre spese essenziali

Il 39% delle famiglie che si è dichiarata in difficoltà nel pagare le bollette ha dovuto ridurre anche spese basilari come quelle sanitarie, il 31% ha tagliato le spese in istruzione mentre il 27% ha manifestato difficoltà nel pagare il mutuo o l’affitto della propria abitazione. Il numero di famiglie che teme di poter incontrare forti difficoltà nel pagare le utenze sale al 24% nei prossimi mesi, un campanello di allarme che richiede attenzione.

Il futuro? Non è sereno

Le prospettive per il prossimo futuro, ahimè, non sono incoraggianti. Stando sempre ai risultati della ricerca, le famiglie non sono ottimiste e addirittura ritengono che le problematiche economiche aumenteranno nei prossimi mesi. Il numero di nuclei familiari che teme di poter incontrare forti difficoltà nel pagare le utenze sale al 24%. Un vero grido di allarme che ha bisogno di risposte.

Location per feste di compleanno per bambini: idee e suggerimenti

Se stai cercando idee per organizzare la festa di compleanno di tuo figlio, una buona location è ciò che può fare la differenza.

Una location adatta non soltanto renderà la festa più divertente, ma anche più facile da organizzare e gestire.

Vediamo tutto in dettaglio di seguito, inclusi i consigli sul come scegliere la giusta location per feste di compleanno tra le tante possibilità a disposizione.

Fattori da considerare nella scelta della location per una festa di compleanno

Prima di decidere dove tenere la festa di compleanno, ci sono alcuni fattori importanti da considerare, ecco quali.

Età del bambino

L’età del bambino è un fattore determinante nella scelta della location. Per i bambini più piccoli, ad esempio, un parco giochi potrebbe essere ideale rispetto ad altre soluzioni.

Numero di invitati

Il numero di invitati è un altro fattore importante da considerare. Se stai organizzando una festa per un grande gruppo di bambini, avrai bisogno di uno spazio più grande in cui tutti i piccoli possano muoversi liberamente.

Interessi del bambino

Sicuramente, è importante considerare gli interessi del bambino. Se tuo figlio adora i dinosauri, ad esempio, una festa a tema “Jurassic Park” potrebbe essere la scelta perfetta.

Esistono in proposito tanti arredi e addobbi a tema che puoi adoperare per rendere l’atmosfera più realistica e coinvolgente.

La scelta della location

Dopo aver considerato i fattori di cui sopra, ecco di seguito alcune possibilità di scelta per la location più adatta per una festa di compleanno per bambini.

Parchi pubblici

I parchi pubblici sono una scelta che recentemente si è diffusa per le feste di compleanno. Sono spazi aperti e gratuiti dove i bambini possono giocare e divertirsi.

Molti parchi hanno anche aree attrezzate con giochi e strutture per arrampicarsi. Tuttavia, tieni presente che i parchi pubblici potrebbero non essere la scelta migliore se stai organizzando una festa durante i mesi invernali o in caso di maltempo.

Sale giochi per bambini

Le sale giochi per bambini sono una scelta oggi preferita da tantissime persone che si apprestano ad organizzare un compleanno.

Solitamente queste location offrono giochi come gonfiabili, labirinti, trampolini e altre attività divertenti per i bambini.

Molti di questi spazi includono anche un’area per il ristoro e servizi aggiuntivi tra i quali il catering. Qui non manca veramente nulla per divertirsi, avendo ogni comodità a disposizione.

Luoghi a tema

Se vuoi organizzare una festa più particolare per tuo figlio, ci sono molte possibilità di scelta tra le  location a tema.

Parliamo ad esempio di luoghi come i parchi divertimenti, strutture enormi e piene di attrazioni che presentano al loro interno anche degli spazi dedicati alle feste dei privati.

Questi luoghi offrono di solito anche servizi di animazione per i bambini, catering e decorazioni a tema per la festa.

Suggerimenti per organizzare una festa di compleanno per bambini di successo

Oltre alla scelta della location, ci sono anche altri fattori importanti da considerare nell’organizzazione di una festa di compleanno per bambini di successo:

Inviti

Assicurati di mandare gli inviti con il giusto anticipo in modo che i genitori dei bambini invitati possano pianificare di conseguenza. Includi tutte le informazioni importanti come la data, l’ora, il luogo ed il tema della festa.

Cibo e bevande

Assicurati di fornire cibo e bevande adatti all’età dei bambini e alle loro abitudini alimentari. Opta per cibi facili da mangiare e da servire come pizza, patatine fritte, frutta e bevande analcoliche.

Intrattenimento

Assicurati di offrire il giusto intrattenimento per tenere i bambini impegnati durante la festa.

Esistono per questo apposite agenzie che effettuano a domicilio il servizio di animazione che  include giochi, attività artistiche e artigianali, musica e balli.

Conclusione

Individuare la location giusta per la festa di compleanno di tuo figlio può fare la differenza tra una festa noiosa ed una indimenticabile.

Tenendo a mente questi suggerimenti, sarai in grado di organizzare una festa di successo in una location che renderà la giornata indimenticabile per il tuo piccolo.

Ricorda sempre di considerare le esigenze dei bambini e di assicurarti che la festa sia sicura e divertente per tutti. Buona festa di compleanno!

Italiani e lettura, che rapporto c’è?

Italiani e lettura, che rapporto c’è?

Qual è il rapporto tra gli italiani e i libri? Come ci posizioniamo nei confronti della lettura? A questa domanda ha risposto Ispos, che che appena condotto una ricerca sulle abitudini di lettura in Italia a supporto del progetto “Ivrea Capitale Italiana del Libro 2022”. I risultati mostrano che tipo di lettori sono le persone in Italia, cosa cercano nella lettura, cosa influenza le loro scelte e quale rapporto hanno con le biblioteche, i book influencer, il prezzo dei libri e se preferiscono il libro fisico o digitale.

Solo un terzo degli italiani legge senza difficoltà

Il 32% delle persone legge senza difficoltà, mentre il 17% fatica a capire ciò che legge, con la percentuale che aumenta per le fasce d’età più giovani. Il 37% si definisce un lettore appassionato, mentre solo l’18% si considera un grande lettore, con una punta leggermente più alta per le donne. La pigrizia è il principale freno alla lettura, identificata come la causa dall’11%. La lettura è un momento di relax per il 35% delle persone, di evasione per il 30% ed educativo per il 28%.

Il libro di carta è ancora il preferito

Il 70% delle persone preferisce il libro di carta, mentre il 63% pensa che l’ebook diventerà la forma più popolare di editoria nei prossimi anni. Le preferenze di lettura variano tra le generazioni, con i romanzi classici in cima alle preferenze tranne che per la Generazione Z, che invece predilige titoli fantasy, fantascienza, mystery e crime.

Libreria, amici o web: come si sceglie un libro?

Le motivazioni che spingono la scelta dei libri includono l’esposizione in libreria (27%), le raccomandazioni di amici (25%), le recensioni su siti web (22%) e quelle su giornali o riviste (20%). Tuttavia, nella Generazione Z le fonti sono diverse, con le raccomandazioni di amici e familiari al primo posto (23%), seguite dalle recensioni su siti web (23%) e le esposizioni in libreria al di sotto della media nazionale (17%).

Come sarà la biblioteca del futuro? 

Gli italiani immaginano la biblioteca del futuro come un luogo aperto e multifunzionale, con un’offerta di libri cartacei di ogni genere, anche quelli più introvabili (50%); in stretta sinergia con le scuole per educare i cittadini alla cultura fin da quando sono piccoli (44%); un luogo dove è possibile partecipare a eventi e corsi (37%); smart e con una offerta di prestito digitale del libro ampia (27%).

Un italiano su quattro disposto ad abbandonare l’auto se i mezzi pubblici funzionano

Un italiano su quattro disposto ad abbandonare l’auto se i mezzi pubblici funzionano

Gli italiani sarebbero anche disposti a lasciare la macchina in garage, ma solo se le condizioni legate alla mobilità urbana lo consentissero. Ovvero, niente auto se i mezzi pubblici funzionano in maniera efficace. Il sondaggio Ipsos-Legambiente ‘Tipi mobili nelle città italiane’ ha infatti rivelato che un cittadino su quattro sarebbe favorevole ad abbandonare l’auto privata per i mezzi pubblici, a patto che siano comodi e puntuali. 

Comportamenti variegati e segmentati

Questo risultato emerge in un contesto in cui i comportamenti degli italiani sulla mobilità sono molto variegati e segmentati, richiedendo quindi risposte diverse. Il 23% del campione nazionale è rappresentato dagli ‘aperti al pubblico’, ovvero coloro che userebbero di più i mezzi pubblici e condivisi a fronte di un potenziamento dei servizi e una diminuzione dei costi. Mentre il 19% è rappresentato dagli ‘obbligati ma insoddisfatti’, che preferiscono camminare o andare in bicicletta perché conviene, e sono disposti a rinunciare all’auto di proprietà a fronte di una maggiore sicurezza stradale e un potenziamento dei servizi sharing. Inoltre, c’è una fetta consistente del campione nazionale che è costituita dagli ‘Irriducibili individualisti – mai fermi ma incollati al volante’ (14% del campione), che prevalgono nelle periferie e nei piccoli centri e sono attenti alla propria indipendenza.

Le trasformazioni necessarie per una mobilità green

Secondo Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente, per rendere le città italiane veramente sostenibili e inclusive, occorre adottare politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi, adottando le nudge policies attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi. Inoltre, per trasformare le città italiane in vere ‘clean cities’, secondo Legambiente, è necessario disegnare percorsi prioritari ciclo-pedonali, incrementare i mezzi pubblici, creare zone scolastiche, aumentare i servizi e le infrastrutture di mobilità elettrica e condivisa, progettare zone cittadine a ‘zero emissioni’, anche per la distribuzione delle merci.

Gli standard del trasporto pubblico italiano inferiore alla media europea

“I dati emersi dalla campagna e dal sondaggio sono chiari: i cittadini sono disposti a cambiare il loro modo di muoversi, ma il trasporto pubblico in Italia è molto al di sotto della media europea, con soltanto un quarto delle metropolitane, treni veloci, linee tranviarie e autobus elettrici rispetto agli altri paesi – commenta Andrea Poggio, responsabile mobilità di Legambiente – Per rendere le città veramente sostenibili e inclusive, occorre adottare politiche che rendano i quartieri e le città più accessibili in bici e con mezzi elettrici condivisi (con zone a basse emissioni e a pedaggio per le auto private) adottando le nudge policies (o spinte gentili) attraverso incentivi economici, abbonamenti e miglioramenti dei servizi. Queste misure devono andare di pari passo, poiché l’esperienza di tutte le città del mondo dimostra che senza l’una, l’altra non può funzionare”.

La priorità per i retailer è utilizzare il digitale per recuperare efficienza

La priorità per i retailer è utilizzare il digitale per recuperare efficienza

L’aumento dei costi, unitamente alle nuove abitudini dei consumatori, come la possibilità di Smart Working o la ricerca di fluidità nell’utilizzo dei canali, condizionano l’evoluzione dell’infrastruttura commerciale italiana. Il ritorno alla normalità e alla frequentazione dei negozi fisici da parte dei consumatori nel 2022 porta la penetrazione dell’online sul totale Retail a rimanere stabile all’11%.  Al tempo stesso i retailer si concentrano su nuovi formati di negozio, store di prossimità dotati di soluzioni digitali in grado di migliorare l’esperienza transazionale e relazionale del consumatore e supportare l’online. Si tratta di alcune evidenze emerse dall’Osservatorio Innovazione Digitale nel Retail, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. 

Investimenti nell’innovazione per ottimizzare le attività

Nel 2022 l’investimento in digitale nel Retail non ha subito una battuta d’arresto: l’incidenza di questa spesa sul fatturato rimane stabile rispetto al 2021 e pari al 2,5%.Gli interventi messi in atto dai retailer italiani sono legati all’ottimizzazione di alcune attività in negozio. Si investe, ad esempio, in etichette smart, adottate e/o potenziate nel 2022 dal 18% dei top retailer italiani, per gestire in modo dinamico e in tempo reale le variazioni di prezzo e garantire la massima trasparenza al consumatore. E in parallelo, si lavora all’efficientamento delle attività e dei processi lungo la supply chain.

Potenziare i sistemi di demand, inventory e distribution planning

Da un lato, i retailer sfruttano il digitale per contrastare le difficoltà nell’approvvigionamento di beni e materie prime, ed effettuare previsioni più accurate della domanda ottimizzando la gestione dei prodotti lungo la filiera attraverso lo sviluppo e/o il potenziamento di sistemi di demand, inventory e distribution planning (28%). Dall’altro, puntano a contenere i costi delle operations e della logistica per cercare di recuperare marginalità. Il 16% dei retailer adotta o consolida, infatti, i sistemi di incremento delle performance di magazzino e le soluzioni di tracciamento dei prodotti lungo la filiera.
Ma la ripresa del canale fisico impone una revisione degli store non solo dal punto di vista infrastrutturale, ma anche digitale.

Automatizzare l’esperienza dei clienti

L’esperienza del cliente viene semplificata e resa più consapevole: i chioschi digitali, implementati dal 28% dei top retailer, favoriscono l’approfondimento della conoscenza dei prodotti, mentre le soluzioni di digital signage (23%) attivano una comunicazione efficace con il cliente.
Particolarmente rilevante anche l’automatizzazione dell’esperienza, grazie a sistemi di self scanning (18%) da app o device dedicati. Un altro cantiere di innovazione riguarda il punto cassa. Il 33% investe in soluzioni di mobile e contactless payment e il 9% in sistemi di self check-out per snellire la fase di pagamento. Inoltre, il 25% dei retailer dichiara di essere al lavoro sull’evoluzione del tradizionale significato della cassa. Non più solo il punto in cui termina l’esperienza d’acquisto, ma un luogo dove erogare servizi a valore aggiunto per il consumatore.

Affitti brevi: boom del mercato europeo nel 2022

Affitti brevi: boom del mercato europeo nel 2022

Secondo i dati Airdna nel 2022 in Europa il fatturato del mercato degli affitti brevi ha raggiunto quota 51 miliardi di euro, registrando un aumento sia in termini di domanda (+26,4%) sia di fatturato (+42%) rispetto al 2021.Ad aumentare sono anche le tariffe medie giornaliere (+16,6% rispetto al 2021), che combinate alla crescita della domanda hanno determinato un aumento complessivo dei ricavi. Sempre nel 2022, in Europa le notti richieste prenotate sono state infatti 355 milioni, +39% rispetto all’anno precedente e +2,9% rispetto al 2019. La media degli annunci disponibili al mese nel 2022 (+11,2%) è arrivata a oltre 2,5 milioni, cifra però rimasta a -7,4% rispetto al 2019.

La domanda cresce anno su anno in tutti i Paesi

Ognuno dei primi 20 paesi ha mostrato una crescita della domanda anno su anno. L’Ungheria ha avuto la ripresa più forte, con +62,1% di notti prenotate rispetto all’anno precedente, seguita da Portogallo (+60,2%) e Norvegia (+59,4%). I paesi che hanno invece registrato i minori aumenti della domanda sono stati Paesi Bassi (12,3%), Finlandia (14,1%) e Svizzera (16,5%). Tutti i paesi tranne uno hanno registrato una crescita dell’occupazione rispetto al 2021, il Regno Unito, che ha registrato un calo dell’occupazione dello 0,3% nel 2022. Al contrario, in Portogallo si è registrato l’aumento dell’occupazione più forte (25,2%), seguito da Ungheria (17,0%) e Repubblica Ceca (16,0%).

Meglio una camera condivisa in appartamento

Una delle tendenze più importanti nel mercato degli affitti a breve termine è la crescita delle camere condivise. Delle tre tipologie di annuncio pubblicate (intera casa/appartamento, stanza privata, stanza condivisa) le camere condivise nel 2022 hanno registrato la maggiore crescita dell’occupazione (+18,4%), seguite dalle stanze private (+15,6%), e dalle intere case/appartamenti (+9,4%). Per quanto riguarda la tipologia degli immobili la crescita maggiore si è registrata nel segmento appartamento/condominio/loft (+12,8%). Ciò può essere dovuto alla comodità e ai servizi offerti da questi tipi di immobili, nonché alla loro maggior concentrazione all’interno delle aree urbane.

Indifferenza per servizi di lusso

Oltre al tipo di annuncio e al tipo di immobile, anche la fascia di prezzo ha svolto un ruolo nel determinare la crescita dell’occupazione. Sebbene l’occupazione sia cresciuta tra tutte le fasce di prezzo, i livelli di crescita più alti si sono registrati nella fascia di prezzo più bassa. Ciò suggerisce che i viaggiatori sono sempre più alla ricerca di opzioni più convenienti nel mercato europeo degli affitti a breve termine. L’aria condizionata e la presenza di una cucina sembrano essere fattori cruciali per gli affittuari, mentre i servizi di lusso, come vasche idromassaggio, piscine, palestre e parcheggi, tipicamente associati ad alloggi dal costo più elevato, non sembrano avere un impatto sostanziale sull’occupazione crescita.

San Valentino: nel 2023 è in ripresa, +35% di spesa sul 2019

San Valentino: nel 2023 è in ripresa, +35% di spesa sul 2019

Per festeggiare San Valentino, il 14 febbraio, tra regali, cene romantiche, fiori e altri omaggi quest’anno oltre dieci milioni di italiani hanno speso circa 71 euro a persona, un budget in netto recupero rispetto agli anni precedenti e superiore del +35% rispetto al 2019. Complessivamente, a celebrare il San Valentino 2023 è stato il 28% della popolazione maggiorenne, una quota in ascesa rispetto al 24% dello scorso anno. Ma c’è anche un ulteriore 14% che era indeciso se celebrare la festa degli innamorati, e che ha optato per una cena o un regalo last minute. Del 58% che non ha partecipato a San Valentino, il 43% lo ha fatto perché non è solito festeggiare la ricorrenza, mentre il 15% perché single. Sono alcune stime di Confesercenti sulla base di un sondaggio condotto da SWG.

La cena romantica è la più gettonata

Il dato medio di 71 euro nasconde, però, una forte polarizzazione. Il 18% si è tenuto sotto i 30 euro di spesa, mentre il 34% ha voluto ‘investire’ tra i 30 e i 50 euro, il 22% è arrivato fino a 100 euro mentre il 18% ha scelto doni da 100 fino a oltre i 200 euro. Tra gli innamorati, la cena romantica è la celebrazione più gettonata, scelta dal 59%. Di questi, il 62% ha optato per una serata romantica al ristorante, mente il 38% ha preparato una cena speciale tra le mura di casa.

Più tulipani e orchidee meno rose rosse

Resta forte, però, anche la tradizione dell’omaggio floreale. A regalare fiori acquistati presso un negozio o un mercatino specializzato è stato il 23%. I fiori più richiesti, quest’anno, sono stati tulipani, gerbere, anemoni, ranuncoli e orchidee. Senza dimenticare la classica ‘rosa rossa’, che rimane la regina di San Valentino, anche se quest’anno, spiega il Presidente di Assofioristi Ignazio Ferrante, “soffre l’aumento di prezzo dovuto al caro energia”. 
Un nuovo problema, a cui si aggiunge la vecchia questione dell’abusivismo: il 6% di chi festeggia ha comprato fiori dove capita, finendo spesso ad acquistare, anche inconsapevolmente, da venditori abusivi. Per contrastarli, spiega Ferrante, “serve attenzione da parte dei consumatori, ma sarebbe necessario maggiore controllo da parte delle autorità, nel rispetto del lavoro delle imprese oneste”.

Profumi, cioccolatini, moda, oppure un viaggio

Ma la festa di San Valentino non si esaurisce in cene e fiori. Sono stati molti gli italiani che hanno scelto, in alternativa o in aggiunta, altri tipi di doni. Il 26% si è orientato su un prodotto di profumeria, mentre il 22% ha tenuto viva la tradizione dei cioccolatini. Il 19% ha invece optato per un gioiello o un accessorio di gioielleria, mentre il 10% per un prodotto o un accessorio moda, il 5% ha regalato un servizio o un prodotto di cosmetica o benessere, e un ulteriore 17% un altro tipo di regalo. Un 6%, invece, ha scelto un viaggio insieme al partner.

Cosa vogliono i lavoratori nel 2023? Stipendi più alti, riconoscimenti e benessere

Cosa vogliono i lavoratori nel 2023? Stipendi più alti, riconoscimenti e benessere

PageGroup, società di recruiting che opera in Italia con i brand Page Executive, Michael Page e Page Personnel, ha chiesto a oltre 1.000 professionisti italiani cosa sarà veramente importante a livello lavorativo nel 2023. E per la maggior parte dei lavoratori, crescita di stipendio, più riconoscimenti, maggior equilibrio tra lavoro e vita privata, meno stress e più benessere potranno fare davvero la differenza.
“I risultati della nostra indagine – precisa Tomaso Mainini, Senior Managing director Italia & Turchia di PageGroup – dimostrano che a livello generale c’è un sentimento di fiducia nel futuro professionale: il 67%, infatti, è pronto ad approcciare il nuovo anno con spirito positivo, il 24% con sentimenti contrastanti e solo il 10% con negatività”.

Work-life balance, flessibilità negli orari, comunicazione trasparente

“Se passiamo ad analizzare i desideri di carriera per il 2023, i candidati non hanno dubbi – prosegue Tomaso Mainini -. Il 57% vorrebbe uno stipendio più alto, il 54% darebbe priorità a un migliore work-life balance, il 31% gradirebbe maggiore sicurezza, e infine, il 30% desidererebbe sentirsi più valorizzato e apprezzato”.
La flessibilità negli orari di lavoro, riferisce Adnkronos, rimane l’aspetto più importante (44%), ma anche maggiori opportunità di crescita professionale sono determinanti nella scelta di un’azienda (33%). Seguono, poi, progetti più sfidanti (30%), benefit aziendali e programmi wellbeing (28%), e trasparenza e comunicazioni chiare (27%).

Lavorare di più se migliorano le condizioni o settimana di quattro giorni?

A fronte di condizioni di lavoro migliori, il 39% dei professionisti intervistati sarebbe disposto a lavorare anche più ore alla settimana, mentre il 63% si dichiara favorevole alla settimana lavorativa di quattro giorni, a parità di stipendio. Alcuni (19%), però, sono perplessi di fronte alla possibilità di lavorare un giorno in meno, perché sarebbero necessari troppi cambiamenti a livello organizzativo. Più possibilista, invece, il 26% degli intervistati, per i quali lavorare solo quattro giorni sarebbe fattibile a patto che vengano migliorati alcuni processi aziendali.

Le priorità di chi è alla ricerca di una nuova occupazione

“Avere un quadro chiaro del proprio futuro professionale e delle opportunità di carriera è molto importante, soprattutto per chi è alla ricerca di nuove occasioni – aggiunge Tomaso Mainini -. Il 35% di chi è stato coinvolto nell’indagine, infatti, vorrebbe maggiori informazioni sullo stipendio che potrebbe aspettarsi, mentre il 31% gradirebbe un supporto per individuare un ruolo adatto alle proprie caratteristiche, e il 24% per trovare un nuovo lavoro nel minor tempo possibile”.

Bollette: italiani confusi su forniture a regime libero o tutelato 

Bollette: italiani confusi su forniture a regime libero o tutelato 

Secondo l’indagine di Facile.it commissionata agli istituti mUp Research e Norstat, più di 15 milioni di italiani non sanno se il proprio fornitore di energia elettrica o di gas operi nel mercato libero o in quello tutelato. Nonostante risparmiare sulle bollette sia una priorità per molte famiglie, quando si parla di fornitura luce e gas molti italiani hanno ancora le idee confuse. “Cambiare fornitore di luce e gas è un’operazione molto semplice, ma va affrontata con attenzione – spiega Mario Rasimelli, Managing Director utilities di Facile.it -, conoscere le caratteristiche base della propria offerta, a partire dal mercato in cui opera la società da cui acquistiamo l’energia, è fondamentale per fare una scelta consapevole. Una valutazione errata può portare a un aumento delle bollette anziché a un risparmio”.

C’è chi non conosce la propria offerta di luce e gas

Secondo i risultati dell’indagine, emerge che gli italiani hanno le idee più confuse in materia di fornitura di gas. In quest’ambito il 34% degli intervistati ha dichiarato di non sapere se il proprio fornitore opera nel mercato libero o in quello tutelato. A livello territoriale, a conoscere meno la propria offerta sono i residenti nelle regioni del Sud Italia, dove la percentuale arriva addirittura al 40%. La situazione migliora, ma solo di poco, se si guarda all’energia elettrica: in questo caso è 1 italiano su 4 (25%) a non sapere se la propria fornitura sia nel mercato libero o nel regime di tutela. Guardando i dati su base territoriale, invece, emerge che sono soprattutto i residenti nelle regioni del Nord Est ad avere le idee meno chiare (31%).

Libero o a maggior tutela?


Analizzando le migliori offerte a tariffa indicizzata presenti sul mercato libero, e tenendo in considerazione le stime sull’andamento del prezzo dell’energia dei prossimi mesi, emerge che il passaggio dal mercato tutelato a quello libero può far risparmiare fino al 10,5% sulla fornitura di luce e gas. Nello specifico, considerando la migliore offerta a tariffa indicizzata, il risparmio per chi passa dal regime di tutela al mercato libero è del 2% nel caso del gas, ma arriva fino al 21% per l’energia elettrica. Le stime sono realizzate tenendo in considerazione l’andamento dei prezzi per i prossimi 12 mesi secondo le previsioni fatte da Acquirente Unico.

Quanto si risparmia con il passaggio al mercato libero?

“La fine del mercato tutelato è stata rinviata al 2024, ma il consiglio è di valutare da oggi il passaggio al mercato libero, che grazie al calo del prezzo dell’energia, offre ai consumatori prodotti a prezzo variabile che possono far risparmiare fino al 10,5% rispetto al regime di tutela – aggiunge Rasimelli -. Sapere se il fornitore da cui acquistiamo l’energia opera nel mercato libero o in quello tutelato è però il punto di partenza imprescindibile per fare ulteriori valutazioni”.